L’esempio della Global Sustainability Jam di Roma
Lo scorso Novembre, al makerspace FamoCose di Roma si è svolta la Global Sustainability Jam organizzata dal gruppo Co-Design Jam assieme a Nois3 e al collettivo Studio Superfluo.
Una codesign jam è un evento di progettazione collaborativa per ideare, proporre e creare nuovi servizi, prodotti o processi sostenibili, ovvero capaci di mantenere e, magari, migliorare la qualità della nostra vita e quella delle generazioni future.
Personalmente nei due giorni di “design sprint” ho focalizzato il mio pensiero sul disincentivare l’indifferenza verso le diversità culturali per educare le generazioni future all’integrazione e all’accoglienza: abbiamo dato vita a MayPlay.
Durante una co-design jam si impara facendo.
Quando si partecipa ad un workshop di coprogettazione si utilizzano e si imparano strumenti derivanti dalle discipline del service design edel design thinking. Ad esempio, sempre durante l’ultima jam di Roma, abbiamo usato:
- Elevator pitch, il lancio dell’idea in 1 minuto;
- Bodystorming, una “scenetta” che simula l’esperienza delle persone davanti al problema ed evidenzia la soluzione ideata;
- Storyboarding, unarappresentazione schematica di come avviene l’interazione tra gli utenti finali e la soluzione;
- Rapida pretotipazione, ovvero la realizzazione di un artefatto che simuli il prodotto o servizio, pronto per esser testato con le persone;
- Ricerca sul campo, raccolta di feedback tramite interviste aperte, test di usabilità e osservazione delle persone
Quando si co-progetta ci si apre alla diversità, si ascolta, si pensa e si fa. Quando si partecipa ad un evento di codesign siamo artigiani e pensatori, siamo attivisti e progettisti in un mondo globalizzato e connesso.